La Guerra fredda globale by Odd Arne Westad

La Guerra fredda globale by Odd Arne Westad

autore:Odd Arne Westad
La lingua: ita
Format: epub
editore: Il Saggiatore
pubblicato: 2015-11-26T05:00:00+00:00


Si dia inizio all’azione vigorosa maschia intelligente

che risponda dente per dente occhio per occhio

uomo per uomo

venga l’azione vigorosa

dell’esercito popolare per la liberazione degli uomini

vengano gli uragani a sconvolgere questa passività.3

Il terzo movimento di liberazione attivo in Angola, l’Unione nazionale per la liberazione totale dell’Angola Unita, era stato fondato a metà degli anni sessanta da Jonas Savimbi, in segno di protesta per l’inerzia e la mancanza di vigore di cui accusava le altre fazioni. Senza dubbio il più carismatico dei leader angolani, Savimbi fu un opportunista politico. Ideologicamente si collocava nel campo del nativismo, ma ricevette addestramento e supporto dalla Cina. Fortemente critico verso il Mpla, accusato di essere un burattino nelle mani degli europei, e verso il Fnla per i legami con i bakongo, Savimbi predicava l’autosufficienza e l’unità nazionale, ponendole al centro della propria attività politica. Allo stesso tempo, però, dipendeva dal sostegno del suo gruppo etnico, gli ovimbundu insediati nel Centro-Sud del paese, ed era disponibile a stringere accordi con chiunque altro (compresi, in alcune occasioni, i portoghesi) pur di rafforzare il peso politico della sua fazione.

Dalla metà degli anni sessanta, la crescente radicalizzazione del Mpla e, in misura minore, del Frelimo, fu in gran parte legata al pensiero del leader del movimento di liberazione della terza colonia portoghese in Africa, la Guinea-Bissau, sulla costa occidentale. Il capo del Partito africano per l’indipendenza della Guinea e di Capo Verde (Paigc), Amílcar Cabral, conduceva azioni di guerriglia contro i portoghesi sin dal 1959, e durante gli anni cinquanta aveva trascorso lunghi periodi in Angola, entrando in stretto contatto con gli altri leader dei movimenti di liberazione. Si era convertito al marxismo con gli studi a Lisbona e sosteneva a gran voce la necessità di legare il processo di liberazione nazionale a una rivoluzione sociale. Era inoltre fermamente convinto dell’esigenza di un’alleanza più stretta tra i movimenti di liberazione africani e l’Urss. Anche se gli stessi sovietici arrivarono a considerare Cabral un marxista scomodo e dall’interpretazione troppo libera, la sua opinione godeva di molto credito in tutta l’Africa, e in particolare nelle colonie portoghesi. Nel 1965, a una conferenza a cui partecipavano tutti i partiti di sinistra in lotta contro i portoghesi, Cabral difese la sua posizione: «Coloro che non gradiscono sentirci parlare del sostegno dei paesi socialisti, cosa hanno fatto per aiutarci? Hanno sostenuto il Portogallo, il governo fascista e colonialista di Salazar. Non è più un segreto per nessuno che il Portogallo, il governo portoghese, non sarebbe in grado di condurre una lotta contro di noi se non avesse o non potesse avere il supporto dei suoi alleati nella Nato». Nella stessa occasione, Cabral dichiarò che la lotta di liberazione africana degli anni sessanta era in palese conflitto con gli Stati Uniti:

I nostri cuori [battono] all’unisono con quelli dei nostri fratelli vietnamiti, i quali ci offrono un esempio unico lottando contro la più scandalosa, la più ingiustificabile aggressione imperialista da parti degli Stati Uniti. […] Siamo al fianco dei neri d’America, siamo con loro nelle strade di Los



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